Nella Bolivia, divisa tra le alte vallate andine a occidente e la foresta pluviale amazzonica ad oriente, gli Amerindi, che costituiscono la maggioranza della popolazione, solo nel 1955 hanno raggiunto la parità di diritti. E pensare che furono proprio i loro antenati provenienti dal nord a stabilirsi sulle Ande vicino al Lago Titicaca 6000 anni fa. La zona passò poi sotto il dominio degli Inca e infine fu colonizzata dagli Spagnoli.
Nel 1825 il Paese conquistò l'indipendenza, ma ha dovuto subire molte dittature e oggi il governo è impegnato a debellare la delinquenza alimentata dal traffico di droga e a risanare l'economia.
I bianchi, circa un terzo della popolazione, costituiscono le classi agiate, mentre Amerindi e meticci vivono i gran parte in condizioni miserevoli.
Sebbene l'istruzione sia obbligatoria, molti giovani non frequentano la scuola e l'analfabetismo è alto. La Bolivia adotto tre lingue ufficiali: spagnolo, quechua e aymara. La religione più seguita è quella cattolica.
La Paz (1.125.000 abitanti, a 3577 m d'altezza, è la capitale amministrativa e Sucre (101.000 abitanti) quella legale. La popolazione è concentrata sugli altopiani a circa 3000 m.
L'agricoltura, sebbene occupi oltre il 40% degli abitanti, non basta a soddisfare il fabbisogno interno. Si coltivano cereali, patate, manioca, canna da zucchero, banane, caffè, cotone e purtroppo anche coca.
L'allevamento di lama e alpaca forniscono lana pregiata.
Il sottosuolo è ricco di stagno, argento, piombo, zinco e tungsteno. Le poche industrie presenti lavorano le materie prime.
Carente la rete stradale, i trasporti sono efficienti per via aerea e alcune linee navali collegano le rive del Lago Titicaca.
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