Unico Stato del Sudamerica, insieme con la Bolivia, senza sbocco sul mare, il Paraguay è un Paese privo di risorse dove sembra che il tempo si sia fermato.
Abitato in epoca precolombiana dagli Indios Guarani, venne conquistato dagli Spagnoli che ne fecero una colonia. I Gesuiti crearono qui numerose comunità in cui proteggevano gli Indios dai mercati di schiavi e dai coloni. Ma nel 1767 il governo spagnolo decise l'espulsione dei Gesuiti dal Paraguay ed ebbe così l'inizio lo stermino degli Indios. Nel 1811 il Paese ottenne l'indipendenza; in seguito fu sconvolto dalle guerre e subì varie dittature che lo portarono al disastro economico.
Gli Spagnoli nel corso del tempo si sono uniti con i Guarani e oggi la popolazione risulta formata in maggioranza (91%) da meticci, poi creoli e pochissimi Guarani puri.
Si parla generalmente il guarani, anche se la lingua ufficiale è lo spagnolo. Il cattolicesimo è la religione più diffusa.
Il Paraguay è un Paese povero: l'industria è quasi inesistente, il reddito è basso, la disoccupazione elevata e l'assistenza sanitaria è insufficiente. L'istruziona è obbligatoria, ma molti ragazzi non frequentano la scuola per la mancanza di strutture adeguate.
La popolazione è concentrata nella regione orientale, mentre il Chaco, l'alto-piano nord-occidentale, è pressoché disabitato. La capitale, Asuncion (794.000 abitanti) è il primo centro costruito dagli Spagnoli nel XVI secolo.
L'agricoltura è più sviluppata ad oriente dove si coltivano mais, soia, cotone, manioca, frutta di vario genere, ortaggi e canna da zucchero utilizzata per la fabbricazione del rhum. Ad occidente, invece, nella savana del Chaco, prevale l'allevamento dei bovini, la maggiore risorsa del paese.
Abbondante anche il legname, sopratutto noce, cedro, mogano e quebracho, da cui si ottiene il tannino. Al confine con il Brasile a Itaipu, sul fiume Parana, è stata costruita la più grande centrale idroelettrica del mondo. Le vie di comunicazione del Paese sono carenti.
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