giovedì 25 dicembre 2014

Lc 2,1-14 Oggi è nato per voi il Salvatore.

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra.
Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

lunedì 8 dicembre 2014

Lc 1,26-38 Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse:
«Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

martedì 2 dicembre 2014

Lc 10,21-24 Gesù esultò nello Spirito Santo.

In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

domenica 30 novembre 2014

Mc 13,33-37 Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

domenica 23 novembre 2014

Mt 25,31-46 Siederà sul trono della sua gloria e separerà gli uni dagli altri.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E

sabato 22 novembre 2014

In che senso l'Eucarestia è memoriale del sacrificio di Cristo?

L'Eucarestia è memoriale nel senso che rende presente e attuale il sacrificio che Cristo ha offerto al Padre, una volta per tutte, sulla Croce in favore dell'umanità. Il carattere scrificale dell'Eucarestiasi manifesta nelle parole stesse dell'istituzione:- Questo è il mio corpo, che è dato per voi- e - Questo calice è la nuova alleanza nel mio Sangue, che viene versato per voi- (Lc 22,19-20). Il Sacrificio della Croce e il sacrificio dell'Eucarestia sono un unico Sacrificio. Identici sono la vittima e l'offerente, diverso è soltanto il modo di offrirsi: cruento sulla Croce, incruento nell'Eucarestia.

Santa Cecilia

Santa Cecilia (Roma, II secolo – Roma, III secolo) è stata una martire cristiana, che le Chiese cristiane considerano santa. Il suo culto è molto popolare poiché Cecilia è la patrona della musica, di strumentisti e cantanti. Viene ricordata il 22 novembre.

Biografia

Cecilia, nata da una nobile famiglia a Roma, sposò il nobile Valeriano. Si narra che il giorno delle nozze nella casa di Cecilia risuonassero organi e lieti canti ai quali la vergine, accompagnandosi, cantava nel suo cuore: “conserva o Signore immacolati il mio cuore e il mio corpo, affinché non resti confusa”. Da questo particolare è stato tratto il vanto di protettrice dei musicanti. Confidato allo sposo il suo voto, egli si convertì al Cattolicesimo e nella prima notte di nozze ricevette il Battesimo per mano del Pontefice Urbano I. Tornato nella propria casa, Valeriano vide Cecilia prostrata nella preghiera con l’Angelo che da sempre vegliava su di lei e, ormai credente convinto, pregò che anche il fratello Tiburzio ricevesse la stessa grazia e così fu.

Lc 20,27-40 Dio non è dei morti, ma dei viventi.

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

martedì 18 novembre 2014

Si può essere salvati senza Battesimo?

Poiché Cristo è morto per la salvezza di tutti, possono essere salvati anche senza Battesimo quanti muoiono a causa della fede (Battesimo di sangue), i catecumeni, e anche tutti coloro che sotto l'impulso della grazia, senza conoscere Cristo e la Chiesa, cercano sinceramente Dio e si sforzano di compiere la sua volonta (Battesimo di desiderio). Quando i bambini morti senza Battesimo, la Chiesa nella sua liturgia li affida alla misericordia di Dio.

domenica 16 novembre 2014

In quale modo il peccato minaccia il Matrimonio?

A causa del primo peccato, che ha provocato anche la rottura della comunione tra l'uomo e la donna, donata dal Creatore, l'unione matrimoniale è molto spesso minacciata dalla discordia e dall'infedeltà. Tuttavia Dio, nella sua infinita misericordia, dona all'uomo e alla donna la sua grazia per realizzare l'unione delle loro vite secondo l'originario disegno divino.

Mt 25,14-30 Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.

Sant'Agnese d'Assisi

Agnese Scifi, nota come Agnese d'Assisi (Assisi, 1197 – Assisi, 16 novembre 1253), fu una religiosa, Sant'Agnese d'Assisi.
sorella minore di Chiara d'Assisi; fu badessa di Monticelli da dove fondò numerosi monasteri di Povere Dame nell'Italia centro-settentrionale; fu canonizzata dalla Chiesa cattolica come

Era la terza delle quattro figlie del conte Favarone di Offreduccio Scifi, preceduta da Chiara e Penenda, l'unica di loro che si sposò, seguita da Beatrice, che avrebbe invece raggiunto le sorelle a San Damiano con la madre; il suo vero nome, Caterina, le fu cambiato da Chiara al momento della monacazione. Sua madre Ortolana (venerata come beata dalla Chiesa cattolica) apparteneva alla nobile famiglia dei Fiumi e suo cugino Rufino era uno dei "Tre Compagni" di Francesco d'Assisi.

domenica 9 novembre 2014

Anima di Cristo

Anima Christi (in italiano Anima di Cristo), è una preghiera della tradizione cattolica dedicata a Gesù crocifisso, che si recita dopo la comunione eucaristica.

Molto conosciuta, la preghiera è stata composta nella prima metà del XIV secolo da un autore sconosciuto; fu arricchita di indulgenze da Papa Giovanni XXII nel 1330.
James Mearns, un innologo britannico, la trovò in un manoscritto del British Museum che ha datato al 1370; un'iscrizione è stata anche ritrovata su uno dei portoni dell'Alcázar di Siviglia, risalente all'epoca di Pietro il Crudele.
Alcuni attribuiscono, erroneamente, la preghiera Anima Christi a sant'Ignazio di Loyola, che visse nel XVI secolo, che in effetti scrisse a proposito di tale preghiera all'inizio dei suoi Esercizi spirituali. Ancor prima della composizione della preghiera, san

Gv 2, 13-22 Parlava del tempio del suo corpo.

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

sabato 1 novembre 2014

1° Novembre (FESTA DI TUTTI I SANTI)

La festa di tutti i Santi, il 1 novembre si diffuse nell’Europa latina nei secoli VIII-IX. Si iniziò a celebrare la festa di tutti i santi anche a Roma, fin dal sec. IX. Un’unica festa per tutti i Santi, ossia per la Chiesa gloriosa, intimamente unita alla Chiesa ancora pellegrinante e sofferente. Oggi è una festa di speranza: “l’assemblea festosa dei nostri fratelli” rappresenta la parte eletta e sicuramente riuscita del popolo di Dio; ci richiama al nostro fine e alla nostra vocazione vera: la santità, cui tutti siamo chiamati non attraverso opere straordinarie, ma con il compimento fedele della grazia del battesimo.


Dai “Discorsi” di san Bernardo, abate 

domenica 26 ottobre 2014

Mt 22,34-40 Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso.

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Sant'Alfredo Il Grande

Alfredo il Grande, (Wantage, 849 – 26 ottobre 899), fu re del regno anglosassone meridionale del Wessex dall'871 all'899, ed è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

Alfredo è famoso per la sua difesa del regno contro i Danesi (Normanni), grazie alla quale fu l'unico re inglese ad avere ottenuto l'epiteto di "Grande". Fu anche il primo re del Wessex a chiamarsi "Re d'Inghilterra". Le notizie sulla sua vita ci sono pervenute soprattutto grazie all'opera dello studioso gallese Asser. Condusse una lunga guerra contro i Danesi che avevano occupato le regioni centrorientali dell'Inghilterra e li sconfisse nella Battaglia di Ethandun nell'878. Da quell'anno divenne re degli Anglosassoni. Uomo colto, Alfredo incoraggiò l'istruzione e migliorò il sistema di leggi dello stato (Doom Book). Per questo fu detto "il Giustiniano inglese". Alfredo favorì lo sviluppo della cultura traducendo o facendo tradurre dal latino testi di teologia e di storia. Egli stesso contribuì alla stesura della Cronaca degli Anglosassoni, il primo documento di storia scritto in inglese antico. Inoltre fece costruire la prima flotta da guerra inglese.

Alfredo nacque in Inghilterra tra l'847 e l'849 a Wantage, attuale West Berkshire, quarto figlio di Etelvulfo del Wessex, molto probabilmente dalla sua prima moglie, Osburga. Dopo aver affiancato il fratello Etelredo I al trono dall'866, gli succedette come re del Wessex e della Mercia nell'871.

Sembra sia stato un ragazzo dalla singolare attrattiva e talento e si ricordano storie sulla sua fanciullezza. A 5 anni, nell'853, si dice sia stato mandato a Roma, dove fu cresimato da Papa Leone IV, che si dice lo abbia "unto come re". In seguito gli scrittori presero questa come un'incoronazione anticipata in preparazione della sua successione al trono del Wessex. Ciò, tuttavia, non può essere successo nell'853, in quanto Alfredo aveva tre fratelli maggiori ancora in vita. Probabilmente fu più un'investitura con le insegne consolari o forse con qualche sotto-regno come quello del Kent.

Questa storia comunque è probabilmente apocrifa, nonostante che nell'854-855 Alfredo quasi certamente sia andato col padre in pellegrinaggio a Roma, spendendo del tempo alla corte di Carlo il Calvo, re dei Franchi.

Durante i brevi regni dei suoi due fratelli maggiori, Etelbaldo e Etelberto, non si hanno notizie di Alfredo. Ma con la salita al trono del terzo fratello, Etelredo, iniziò la vita pubblica di Alfredo, con il suo grande lavoro per salvare l'Inghilterra dai Danesi, che allora si erano stanziati in una parte dell'isola. È durante questo periodo che Asser diede ad Alfredo il titolo di secundarius, che sembra essere una posizione simile a quella del tanist celtico, cioè un successore riconosciuto, strettamente associato al principe regnante. È probabile che questo titolo fu sanzionato dai Witan, per difendersi dal pericolo di un eventuale conflitto di successione nel caso Etelredo morisse in battaglia. L'incoronare successore come co-re, comunque, era già ben conosciuta presso le tribù germaniche, come gli svedesi o i franchi, con i quali gli Anglosassoni avevano stretti rapporti.

Nell'868 Alfredo sposò Ealhswith, figlia di Etelredo Mucill, che era il priore magistrato dei Gaini, un popolo che viveva nel Lincolnshire presso Gainsborough. Lei era la nipote di un passato re della Mercia, ed ebbero cinque o sei bambini, tra cui una figlia, Ethelfleda, sarebbe diventata di diritto regina della Mercia.

Lo stesso anno Alfredo, combattendo al fianco di suo fratello Etelredo, fallì il tentativo di liberare la Mercia dalla pressione dei danesi. Per quasi due anni il Wessex ebbe una tregua. Ma alla fine dell'870 le lotte ricominciarono e l'anno che seguì fu chiamato "l'anno di battaglie di Alfredo."

Sono tramandate nove battaglie, combattute con alterne fortune, delle quali si conosce data e luogo per solo due. Una vittoriosa schermaglia nella battaglia di Englefield, Berkshire (31 dicembre 870) fu seguita da una sonora sconfitta nella battaglia di Reading (4 gennaio 871), e questa, quattro giorni più tardi, dalla brillante vittoria nella battaglia di Ashdown, vicino Compton Beauchamp nello Shriwenam Hundred.

Il 22 gennaio 871 gli inglesi vennero sconfitti ancora a Basing, e il 22 marzo 871 a Marton, Wiltshire, e in questo intervallo vennero combattute presumibilmente le due battaglie non identificate.

Il re danese Guthrum venne sconfitto grazie al ricorso di tecniche dell'esercito romano, che Alfredo aveva avuto modo di apprendere nella sua educazione: egli venerava infatti il sapere antico, cosa molto rara per un re dell'epoca, ed era fermamente convinto che la cultura antica avrebbe permesso un deciso rinnovamento nella vita politica e culturale del suo regno. Dalla vittoria gli inglesi ottennero una pace vantaggiosa con nuovi e migliori confini.

La pace permise ad Alfredo di dedicarsi alla riorganizzazione economica ed amministrativa del regno, aiutato sempre dalla cultura classica.

Gli vengono attribuite le traduzioni dirette dal latino di alcune opere importanti come la Cura Pastoralis di Gregorio Magno, la Historia ecclesiastica di Beda, il De consolatione philosophiae di Boezio o i Soliloquia di Agostino d'Ippona.

Egli è considerato il fondatore della cultura della nazione anglosassone, grazie anche all'iniziativa, probabilmente sua, della redazione della Cronaca anglosassone, la prima sintesi storiografica del suo regno.

sabato 25 ottobre 2014

Tutto sulla Basilica di Loreto

La basilica della Santa Casa sorge sulla Piazza della Madonna, ed è il principale luogo di culto cattolico di Loreto, in provincia di Ancona, al termine della via Lauretana.
All'interno della basilica, i cattolici rendono culto di devozione verso i resti della Santa Casa di Nazaret, dove visse Gesù. A questo famoso santuario è collegata la devozione per Maria madre di Gesù che ha l'iconografia cultuale e storica della Vergine Lauretana, patrona dell'aviazione. È tra i più importanti e visitati santuari mariani del mondo cattolico; numerosi personaggi e santi vi hanno fatto visita, tra questi santa Camilla da Varano, santa Teresa di Lisieux, santa Gianna Beretta Molla; tra i papi che hanno visitato la basilica vi sono papa Giovanni XXIII, papa Giovanni Paolo II e papa Benedetto XVI.
Il santuario ha la dignità di basilica pontificia.

Storia

Le absidi di Baccio Pontelli
e la cupola di Giuliano da Sangallo.

Tradizione

Agli inizi di maggio del 1291, Nazaret e tutta la Palestina erano dominio dei Turchi selgiuchidi. Secondo la tradizione alcuni angeli prelevarono la Santa Casa e la portarono in volo. Il 10 maggio 1291 degli angeli lasciarono la casa a Tersatto (ora un quartiere della città di Fiume, in Croazia); furono dei boscaioli, stupiti, a trovare la piccola dimora. In quel luogo, però, i pellegrini erano spesso preda di ladri e malfattori; così, tre anni e sette mesi dopo, gli angeli ripresero la casa di Nazaret e con essa si alzarono in volo. Attraversarono l'Adriatico e appena giunti nelle Marche la posarono nei pressi di Ancona, nel luogo in cui oggi sorge la chiesa di Santa Maria Liberatrice di Posatora, il cui nome la tradizione fa derivare proprio da questo evento: posa-et-ora (fermati e prega). La Santa Casa restò in quel luogo nove mesi; poi gli angeli la sollevarono nuovamente e la posarono nei pressi di Porto Recanati, in località "Banderuola", dove ancora oggi sorge la chiesetta detta della Madonna "Loreta" (evidente denominazione acquisita successivamente ai fatti qui riportati). Questa volta furono dei pastori a vedere una luce abbagliante uscire dalle nubi e, dietro la luce, la casa. Il luogo era però troppo vicino al mare e dunque esposto ai pericoli delle incursioni turche; inoltre anche lì cominciavano ad accorrere malfattori per derubare i fedeli che giungevano in pellegrinaggio. Otto mesi più tardi la Casa sarebbe stata nuovamente spostata dagli angeli, su un terreno di proprietà di due fratelli, i conti Simone e Stefano Rinaldi di Antici, che però presto iniziarono ad approfittarsi dei pellegrini e poi anche a contendersi i guadagni. Di nuovo gli angeli, chi riporta dopo quattro ma più probabilmente dopo sette mesi, sollevarono in volo la casa e la posarono, nella notte fra il 9 e il 10 dicembre del 1296, al centro della strada che da Recanati va al suo porto, e dunque in un luogo pubblico, che nessuno avrebbe potuto reclamare e sfruttare. Il luogo scelto si trovava sulla cima di una collina (il monte Prodo) coperta di lauri. Dal termine latino laurus il luogo si chiamò Lauretum, e quindi "Loreto".
Nel testo: “Storia della Santa Casa di Loreto esposta in dieci brevi ragionamenti fra un sacerdote custode di S. Casa ed un divoto pellegrino” – opera del rev.mo Don Antonio Gaudenti, patrizio di Osimo e arcidiacono della Basilica Loretana – ed. seconda, Loreto 1790, pagg. 41-46 è possibile trovare altre versioni relative alla Traslazione della Santa Casa.

San Crispino e Crispiniano

Crispino e Crispiniano (m. Soissons, 25 ottobre 286) furono due giovani cristiani che subirono il martirio durante l'impero di Massimiano.

Secondo la tradizione agiografica, erano due giovani cristiani inviati da Roma nella Gallia Belgica come missionari; qui diffondevano il Vangelo e si mantenevano esercitando il mestiere di calzolai. Durante l'impero e le persecuzioni anticristiane ordinate da Massimiano furono arrestati dal prefetto Rizio Varo e, sotto lusinghe, minacce e torture, si provò a far loro rinnegare la fede in Gesù Cristo. In un eccesso d'ira per il fallimento, il prefetto Rizio Varo si sarebbe ucciso gettandosi nel fuoco. L'imperatore Massimiano, per vendetta, condannò i due giovani cristiani a morte. I loro corpi furono poi nascosti e conservati da alcuni fedeli, che al termine delle persecuzioni, li deposero in due sepolcri vicini, dove poi sorse la basilica a loro dedicata a Soissons. Sono titolari dell'antica cattedrale di Soissons (VI secolo). Pur essendo le vicende della loro vita ricavabili solo da testi agiografici arricchiti da numerosi elementi favolistici, l'antichità e la diffusione del culto dei due martiri sembrano provarne la storicità. Memoria liturgica il 25 ottobre.

Sono patroni dei calzolai, avendo essi stessi svolto questo mestiere, e dei conciatori di pelli.

Forse il giorno di San Crispino è meglio conosciuto per essere citato da Shakespeare nell'Enrico V (1599), nello specifico dallo stesso re Enrico V nel discorso ai suoi uomini prima della battaglia di Agincourt, avvenuta il 25 ottobre 1415.

« KING HENRY: Praised be God, and not our strength, for it! What is this castle call'd that stands hard by?
MONTJOY: They call it Agincourt.
KING HENRY: Then call we this the field of Agincourt, Fought on the day of Crispin Crispianus. »

domenica 19 ottobre 2014

Santa Laura di Cordova

Laura di Cordova (Cordova, ... – Cordova, 19 ottobre 864) fu la badessa del monastero Santa Maria di Cuteclara. Morì martire durante l'occupazione musulmana di Cordova ed è venerata come santa dalla Chiesa cattolica.

Sono poche le informazioni che si hanno sulla sua vita, ma il suo culto fu molto diffuso. Nacque in un'importante famiglia spagnola ed entrò nella vita monastica nel convento di Santa Maria di Cuteclara, vicino a Cordova in Spagna, dopo la morte del marito e delle figlie.

Divenne badessa nell'anno 856, succedendo a Sant'Aurea, nel periodo in cui la Spagna era sotto la conquista dei Mori. Nel «Martyrologium hispanicum» si narra che rifiutò di abiurare la propria fede cristiana, per questo venne condannata a morte da un giudice musulmano e martirizzata il 19 ottobre 864 in una caldaia di pece bollente. La memoria liturgica ricorre nel giorno del suo martirio, il 19 ottobre.

Nonostante si abbiano poche notizie sulla sua vita, il culto per la martire Laura si diffuse rapidamente, così come il suo nome, in tutta Europa. Assieme a Santa Laura di Costantinopoli e Santa Laura di Santa Caterina da Siena è una delle tre Sante di nome Laura. Esiste anche una Santa Laura, vergine e martire, esiliata ad Ancona da Diocleziano nel 302/305 ed ivi decapitata. I resti si trovano a Pollenza (Mc) nella chiesa dei frati minori del Trebbio.

Mt 22,15-21 Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi.
Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

sabato 18 ottobre 2014

Tutto su Grenada

Grenada e le isolette meridionali dell'arcipelago di Grenadine sono diventate indipendenti nel 1974. La popolazione, costituita quasi completamente da neri e mulatti, segue la religione cristiana.
La lingua ufficiale è l'inglese. La capitale è Saint George's (8.000 abitanti).
Grenada è un Paese povero, con alta disoccupazione e la sua economia si basa sull'agricoltura e  sul turismo.

Tutto su Saint Vincent e Granadine

L'isola di Saint Vincent e la parte settentrionale dell'arcipelago di Granadine, rivendicate da Francia e Gran Bretagna, divennero indipendenti nel 1979.
Il Paese è abitato per oltre il 90% da neri e mulatti. La lingua ufficiale è l'inglese. La popolazione è in prevalenza cristiana. La capitale, Kingstown, conta 27.000 abitanti.
La disoccupazione è piuttosto elevata e l'economia si basa sopratutto sull'agricultura e sul turismo.

San Luca (Evangelista)

San Luca evangelista (Antiochia di Siria, 10 circa – Tebe, 93 circa) venerato come santo da tutte le Chiese cristiane che ne ammettono il culto, è autore del Vangelo secondo Luca e degli Atti degli Apostoli, il terzo ed il quinto libro del Nuovo Testamento. Per i cattolici è il santo patrono degli artisti e dei medici, e viene festeggiato il 18 ottobre. Il suo simbolo è il toro. L'attribuzione ha diverse interpretazioni e tradizioni; secondo San Girolamo e il vescovo Vittorino si deve al fatto che nel suo Vangelo introduce come primo personaggio Zaccaria, padre del Battista. Costui, essendo sacerdote del tempio, offriva sacrifici di tori.




La vita:

Luca era nato ad Antiochia di Siria da famiglia pagana, ed esercitava la professione di medico. Ad Antiochia, Luca aveva conosciuto Paolo di Tarso, qui condotto da Barnaba per formare alla fede la nuova comunità composta da ebrei e pagani convertiti al cristianesimo. Luca diventa discepolo degli apostoli e Paolo lo cita in alcune sue lettere, chiamandolo "compagno di lavoro" (nella lettera a Filemone, 24) e viene indicato nella Lettera ai Colossesi 4,14 come "caro medico" (l'attribuzione di quest'ultima lettera è però dibattuta e potrebbe essere stata redatta non da Paolo ma in ambienti a lui molto vicini). Mentre in un duro carcere attende il supplizio, Paolo scrive a Timoteo che tutti ormai lo hanno abbandonato, eccetto uno: "solo Luca è con me" (4,11). E questa è l’ultima notizia certa dell’evangelista.

Luca possiede una buona cultura; lo si vede dal suo greco fluente ed elegante, dalla sua ottima conoscenza della Bibbia scritta in greco, detta "dei Settanta", ed infine da come, di tanto in tanto, affiorano punti di contatto con il modo di scrivere degli storici greci del suo tempo (specialmente nella capacità di costruire discorsi verosimili, convincenti e diversificati in bocca a vari personaggi, soprattutto negli Atti). Il suo Vangelo, scritto probabilmente tra il 70-80 d.C., è dedicato a un certo Teòfilo (probabilmente un eminente cristiano o, essendo apostrofato nel prologo dello stesso con qualcosa come «eccellentissimo», il suddetto titolo fa pensare presumibilmente a un personaggio dell'amministrazione imperiale); in ciò Luca segue l’uso degli scrittori classici, che appunto erano soliti dedicare le loro opere a personaggi illustri. Altra ipotesi è che egli intendesse dedicare il proprio vangelo a chi ama Dio (Teofilo = amante di Dio). Ad ogni modo che il personaggio sia reale o fittizio, dal punto di vista letterario la cosa non è importante; la dedica infatti testimonia soprattutto la maggiore coscienza da parte dell'autore rispetto agli altri evangelisti nella volontà di fondare un'opera letteraria e storica, come dimostrano i tentativi di situare cronologicamente i fatti narrati. Con tali ambizioni storiografiche, i testi di Luca segnano un salto di qualità nello stile rispetto all'opera di Marco.

Luca sente parlare per la prima volta di Gesù nel 37 d.C., quindi non ha mai conosciuto Gesù se non tramite i racconti degli apostoli e di altri testimoni: tra questi ultimi dovette esserci Maria di Nazareth, cioè la madre di Gesù, poiché le informazioni sull'infanzia di Gesù che egli ci riporta sono troppo specifiche e quasi riservate per poterle considerare acquisite da terze persone. Inoltre è l'unico evangelista non ebreo. Il suo emblema era il toro, ovvero il vitello o il bue, secondo varie tradizioni e interpretazioni.

Morì all'età di 84 anni e sarebbe stato sepolto a Tebe (Grecia), capitale della Beozia. Le sue ossa furono trasportate a Costantinopoli nella famosa Basilica dei Santi Apostoli; le sue spoglie giunsero poi a Padova, dove tuttora si trovano nella Basilica di Santa Giustina. Una parte della sua testa è stata traslata dalla Basilica di Santa Giustina alla Cattedrale di San Vito a Praga nel XIV secolo; infine una costola del corpo di San Luca è stata donata nel 2000 alla Chiesa greco-ortodossa di Tebe. Esiste un'altra reliquia della testa del Santo nel Museo Storico Artistico "Tesoro" nella Basilica di San Pietro in Vaticano.

venerdì 17 ottobre 2014

Tutto sull'Australia

L'Australia, uno Stato che è un intero continente, si divide tra le immense distese desertiche dell'interno, dove vivono i pochi Aborigeni, e la costa dove, sopratutto a Sud e ad Est, sorgono grandi metropoli densamente abitate.
In queste terre circa 35.000 anni fa si stabilirono i progenitori degli Aborigeni che ancora oggi vivono in modo primitivo di caccia e raccolta. Gli Europei giunsero molto tardi. James Coock risalì la costa orientale nel 1770 prendendo possesso del continente in nome della Gran Bretagna, che in primo tempo utilizzò queste terre come sede di colonie penali. Oltre ai detenuti, giunsero qui numerosi immigrati d'Europa.
Il Paese preogredì rapidamente, sopratutto dopo la scoperta di importanti giacimenti minerari e l'introduzione dell'allevamento delle pecore merinos, che divennero l'elemento base dell'economia australiana.
Il Paese ottenne l'indipendenza dalla madrepatria nel 1901 diventando una Repubblica Federale.
La popolazione per il 90% è di origine britannica, mentre per il 4% proviene da altri Stati Europei. Gli Aborigeni sono circa 300.000 .
Canberra
La religione più seguita è quella cristiana, ma si trovano minoranze di ebrei e musulmani.
L'inglese è la lingua ufficiale. Il livello di vita è buono, con servizi efficienti ed alto reddito medio. L'istruzione è obbligatoria e gratuita.
La maggior parte degli abitanti risiede nelle città. Capitale della federazione è Canberra (310.000 abitanti), piccola città scelta per non suscitare rivalità tra le grandi metropoli: Sydney (3.657.000 abitanti), Melbourne (3.081.000 abitanti), Brisbane (1.302.000 abitanti), Perth (1.193.000 abitanti), Adelaide (1.050.000 abitanti).
L'economia del Paese si basa ancora oggi sull'agricoltura e sull'estrazione delle risorse minerarie. L'agricoltura, altamente meccanizzata, produce sopratutto cereali e canna da zucchero, mentre le foreste di eucalipti forniscono abbondante legname. Di grande rilievo è l'allevamento, sopratutto di ovini con 168 milioni di capi. L'Australia è il maggior esportatore mondiale di lana.
Sydney
Il sottosuolo è ricco di carbone, ferrp, bauxite, pietre preziose, metalli di vario genere, fosfati, amianto, grafite, gesso, mica e petrolio.
L'industria, volta alla lavorazione delle matie prime, che vengono anche esportate, in quesi ultimi anni si è sviluppata notevolemente.
Il turismo è in aumento, attirato dagli splendidi paesaggi, dalla fauna e dalla flora che qui presentano caratteristiche uniche.

domenica 5 ottobre 2014

Mt 21,33-43 Darà in affitto la vigna ad altri contadini.

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».

lunedì 29 settembre 2014

Gv 1,47-51 Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo.

In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

domenica 28 settembre 2014

Tutto sul Venezuela

Paese ricco di risorse, con una natura lussureggiante ancora in gran parte intatta, ma oppresso dal grave indebitamento con l'estero, il Venezuela sta cercando di risollevarsi dalla crisi economica che vive ormai da anni e che frena il suo sviluppo.
Il territorio era abitato in epoca precolombiana da Caraibi e Arawak, che vennero però quasi completamente sterminati dagli Spagnoli. Dopo un lungo periodo trascorso sotto il dominio spagnolo, il Paese, nel 1821, ottenne l'indipendenza e venne inglobato nella Repubblica della Grande Colombia, sciolta nel 1830. Seguì un lungo periodo di governi dittatoriali e soltanto nel 1961 il Venezuela si è dato una costituzione democratica.
La popolazione è formata per il 70% da meticci e mulatti, per il 20% da bianchi, poi da neri e Amerindi. La Lingua ufficiale è lo spagnolo, ma in ambito commerciale si usa l'inglese. La maggior parte della popolazione è cattolica.
L'assistenza socio-sanitaria è buona, anche se la povertà è molto diffusa. L'istruzione è obbligatoria, ma la percentuale di analfabeti è ancora alta come quella dei disoccupati.

La capitale è Caracas (1.290.000 abitanti), mentre Maracaibo (1.179.000 abitanti) è il porto principale.
L'agricoltura produce canna da zucchero, caffè e cacao per l'esportazione, mentre per il fabbisogno interno si coltiva mais, riso, manioca, legumi, banane, verdura, frutta, cotone e tabacco.
E' comunque necessario ricorrere alle importazioni. Vaste zone sono destinate all'allevamento di bovini e pollame.
I grandi giacimenti di petrolio e gas naturale, tra i maggiori al mondo, costituiscono la principale ricchezza del Paese. Si ricavano anche ferro, oro, diamanti, carbone, metalli e sale.
Tra le industrie prevalgono gli impianti petroliferi, alimentari, tessili, chimici, meccanici e i cementifici.
La rete stradale è la migliore dell'America Meridionale; i fiumi sono utilizzati per la navigazione e vi sono numerosi aereoporti per i collegamenti internazionali. In crescita il Turismo.

Mt 21,28-32 Pentitosi andò. I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

giovedì 25 settembre 2014

Tutto sul Trinidad e Tobago

L'isola di Trinidad sorge poco distante dalla costa venezuelana. Colonizzata dagli Spagnoli, Trinidad sul finire del XVIII sec. venne conquistata dagli inglesi, che nel 1814 la unirono amministrativamente alla piccola isola di Tobago. Nel 1962 le due isole hanno ottenuto l'indipendenza.
La popolazione è formata per il 41% da Indiani, per il 41% da neri e per il 16% da mulatti. La presenza di un'alta percentuale di Indiani risale al 1834, anno in cui venne abolita la schiavitù e gli Inglesi fecero venire dall'India 150.000 contadini per lavorare nelle piantagioni.
L'assistenza sanitaria è buona, l'istruzione gratuita ed obbligatoria e l'analfabetismo quasi assente.
La lingua ufficiale è l'inglese. La popolazione segue per due terzi la religione cristiana, per un quarto è induista e vi sono minoranze musulmane.
Port of Spain
La capitale è Port of Spain che conta 51.000 abitanti.
Si coltivano canna da zucchero, cacao, caffè, mais, banane, tabacco, ortaggi, frutta e palme da cocco. Il sottosuolo fornisce petrolio e gas naturale  che sono la base dell'economia del Paese. Vi sono industrie petrolifere, alimentari, chimiche e tabacchifici.
Caratteristica del Paese è la produzione dell'angostura, un liquore preparato con un'essenza che si ricava dalla corteccia di una pianta.
L'aeroporto della capitale, abilitato a voli internazionali, favorisce lo sviluppo del turismo, attirato dalle spiagge di Tobago e dal carnevale più celebre dei Caraibi. I collegamenti con l'isola di Tobago sonno assicurati da traghetti.

sabato 20 settembre 2014

Mt 20,1-16 Sei invidioso perché io sono buono?

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Tutto sulla Costa Rica

E' l'unico tra i Paesi dell'istmo ad essere retto da un governo democratico. che ha consentito una vita pacifica e un buon livello di benessere.
Conquistato dagli Spagnoli nel 1563, il Paese è rimasto colonia fino al 1821, quando riuscì ad ottenere l'indipendenza, ma non la pace interna.
Seguì infatti un lungo periodo di instabilità politica che si risolse solo nel 1900 quando il Paese passò sotto l'influenza economica degli Stati Uniti.
Dal 1948 è retto da un governo democratico che, oltre a mantenersi neutrale rispetto ai conflitti delle altre nazioni istmiche, ha portato avanti un buon piano di sviluppo economico e sociale.
La popolazione è formata per l'80% da bianchi, il 15% da meticci e il 4% da neri. La lingua ufficiale è lo spagnolo, ma si parla anche l'inglese; quasi tutta la popolazione segue la religione cattolica.
La capitale è San José (297.000 abitanti). La situazione socio-sanitaria è abbastanza buona. I disoccupati sono pochi e l'assistenza sanitaria risulta efficiente.
San José
L'istruzione è completamente gratuita e l'analfabetismo limitato.
Nell'agricoltura è occupato quasi un quarto della popolazione attiva. Si producono caffè, banane (Chiquita), cacao e canna da zucchero, tutti generi destinati all'esportazione. Per il fabbisogno interno invece si coltivano mais, riso, manioca e fagioli.
L'industria è in via di sviluppo, con aziende volte principalmente alla lavorazione delle materie prime, con aziende alimentari e tessili.
Il turismo è in crescita, attirato dalle spiagge con i verdi palmeti e dai parchi nazionali.

venerdì 19 settembre 2014

Tutto sull'Uzbekistan

Terra deserta a ovest, sulle rive dell'Aral, fertile e abitata ad oriente, sulle pendici dei monti, l'Uzbekistan vide fiorire, tra il XIV e il XV sec., il regno di Tamerlano, il leggendario conquistatore mongolo che diede impulso alle arti ed alle scienze.
Il Paese, un tempo repubblica sovietica, oggi è indipendente.
La popolazione è prevalentemente di religione islamica, la lingua ufficiale p l'uzbeco, ma si parla anche russo. I cambiamenti politici hanno influito sull'economia peggiorando le condizioni di vita.
Oltre alla capitale, Taskent (2.120.000 abitanti), troviamo centri importanti come l'oasi di Samarcanda (370.000 abitanti), Namangan (319.000 abitanti), Andizan (298.000 abitanti) e Buhara (250.000 abitanti).
Taskent di notte
Si coltivano cotone e cereali e si allevano bovini e ovini. Le industrie sono diversificate e risulta importante l'artigianato, specialmente le manifatture di tappeti, un tempo assai rinomate.

domenica 14 settembre 2014

Gv 3,13-17 Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo.

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

sabato 13 settembre 2014

Tutto sulla Colombia

La Colombia è il paese del caffè, degli smeraldi più belli del mondo e anche della droga. Un tempo qui vivevano i Chibcha e i Tairona, ma le civiltà più famose che hanno lasciato splendide opere di oreficeria, sono quelle Quimbaya, di Tierradentro e di San Agustin. Gli Spagnoli, alla ricerca di un immaginario Edoardo, non si fecero scrupolo di sterminare questi popoli. Nel 1819 il Paese conquistò l'indipendenza con la creazione della repubblica della Grande Colombia, che nel 1830 si divise in più Stati. Nel Paese si succedettero governi democratici e dittature, che provocarono una continua guerriglia con attentati, stragi e colpi di stato. Tutto ciò, oltre a determinare una forte crisi economica, ha favorito la crescita della criminalità organizzata e dei trafficanti di droga che trovano la collaborazione della popolazione disposta a tutto per non morire di fame.
Oggi il governo si sta impegnando per migliorare l'economia del Paese.
La popolazione, formata per il 58% da meticci, e poi da bianchi, mulatti neri e Amerindi, segue quasi tutta la religione cattolica. La lingua ufficiale è lo spagnolo.
La Colombia è un Paese poverissimo con una assistenza sanitaria inefficiente e la mortalità infantile è alta. Sebbene l'istruzione è obbligatoria, molti bambini non frequentano la scuola.
I centri principali sono Santa Fe de Bogotà (4.176.000 abitanti), la capitale, Medellin (1.419.000 abitanti) e Cali (1.324.000 abitanti).
Oltre un quarto della popolazione lavora nell'agricoltura. Si producono mais, riso, manioca, ortaggi e frutta.
Santa Fe de Botogà
Nell'esportazione prevale il caffè, poi banane, cacao e tabacco. Illegalmente si coltivano piante da cui si ricava la droga. Diffuso risulta l'allevamento bovino. Le risorse minerarie sono abbondanti e solo da poco tempo vengono adeguatamente sfruttate: petrolio, oro, ferro, nichel e sopratutto smeraldi.
L'industria, in via di sviluppo, lavora le materie prime, ma vi sono anche aziende tessili, alimentari e chimiche.
La rete stradale è carente, mentre sono efficienti i collegamenti aerei.