In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
lunedì 29 settembre 2014
domenica 28 settembre 2014
Tutto sul Venezuela
Paese ricco di risorse, con una natura lussureggiante ancora in gran parte intatta, ma oppresso dal grave indebitamento con l'estero, il Venezuela sta cercando di risollevarsi dalla crisi economica che vive ormai da anni e che frena il suo sviluppo.
Il territorio era abitato in epoca precolombiana da Caraibi e Arawak, che vennero però quasi completamente sterminati dagli Spagnoli. Dopo un lungo periodo trascorso sotto il dominio spagnolo, il Paese, nel 1821, ottenne l'indipendenza e venne inglobato nella Repubblica della Grande Colombia, sciolta nel 1830. Seguì un lungo periodo di governi dittatoriali e soltanto nel 1961 il Venezuela si è dato una costituzione democratica.
La popolazione è formata per il 70% da meticci e mulatti, per il 20% da bianchi, poi da neri e Amerindi. La Lingua ufficiale è lo spagnolo, ma in ambito commerciale si usa l'inglese. La maggior parte della popolazione è cattolica.
L'assistenza socio-sanitaria è buona, anche se la povertà è molto diffusa. L'istruzione è obbligatoria, ma la percentuale di analfabeti è ancora alta come quella dei disoccupati.
La capitale è Caracas (1.290.000 abitanti), mentre Maracaibo (1.179.000 abitanti) è il porto principale.
L'agricoltura produce canna da zucchero, caffè e cacao per l'esportazione, mentre per il fabbisogno interno si coltiva mais, riso, manioca, legumi, banane, verdura, frutta, cotone e tabacco.
E' comunque necessario ricorrere alle importazioni. Vaste zone sono destinate all'allevamento di bovini e pollame.
I grandi giacimenti di petrolio e gas naturale, tra i maggiori al mondo, costituiscono la principale ricchezza del Paese. Si ricavano anche ferro, oro, diamanti, carbone, metalli e sale.
Tra le industrie prevalgono gli impianti petroliferi, alimentari, tessili, chimici, meccanici e i cementifici.
La rete stradale è la migliore dell'America Meridionale; i fiumi sono utilizzati per la navigazione e vi sono numerosi aereoporti per i collegamenti internazionali. In crescita il Turismo.
Il territorio era abitato in epoca precolombiana da Caraibi e Arawak, che vennero però quasi completamente sterminati dagli Spagnoli. Dopo un lungo periodo trascorso sotto il dominio spagnolo, il Paese, nel 1821, ottenne l'indipendenza e venne inglobato nella Repubblica della Grande Colombia, sciolta nel 1830. Seguì un lungo periodo di governi dittatoriali e soltanto nel 1961 il Venezuela si è dato una costituzione democratica.
La popolazione è formata per il 70% da meticci e mulatti, per il 20% da bianchi, poi da neri e Amerindi. La Lingua ufficiale è lo spagnolo, ma in ambito commerciale si usa l'inglese. La maggior parte della popolazione è cattolica.
L'assistenza socio-sanitaria è buona, anche se la povertà è molto diffusa. L'istruzione è obbligatoria, ma la percentuale di analfabeti è ancora alta come quella dei disoccupati.
La capitale è Caracas (1.290.000 abitanti), mentre Maracaibo (1.179.000 abitanti) è il porto principale.
L'agricoltura produce canna da zucchero, caffè e cacao per l'esportazione, mentre per il fabbisogno interno si coltiva mais, riso, manioca, legumi, banane, verdura, frutta, cotone e tabacco.
E' comunque necessario ricorrere alle importazioni. Vaste zone sono destinate all'allevamento di bovini e pollame.
I grandi giacimenti di petrolio e gas naturale, tra i maggiori al mondo, costituiscono la principale ricchezza del Paese. Si ricavano anche ferro, oro, diamanti, carbone, metalli e sale.
Tra le industrie prevalgono gli impianti petroliferi, alimentari, tessili, chimici, meccanici e i cementifici.
La rete stradale è la migliore dell'America Meridionale; i fiumi sono utilizzati per la navigazione e vi sono numerosi aereoporti per i collegamenti internazionali. In crescita il Turismo.
Mt 21,28-32 Pentitosi andò. I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
giovedì 25 settembre 2014
Tutto sul Trinidad e Tobago
L'isola di Trinidad sorge poco distante dalla costa venezuelana. Colonizzata dagli Spagnoli, Trinidad sul finire del XVIII sec. venne conquistata dagli inglesi, che nel 1814 la unirono amministrativamente alla piccola isola di Tobago. Nel 1962 le due isole hanno ottenuto l'indipendenza.
La popolazione è formata per il 41% da Indiani, per il 41% da neri e per il 16% da mulatti. La presenza di un'alta percentuale di Indiani risale al 1834, anno in cui venne abolita la schiavitù e gli Inglesi fecero venire dall'India 150.000 contadini per lavorare nelle piantagioni.
L'assistenza sanitaria è buona, l'istruzione gratuita ed obbligatoria e l'analfabetismo quasi assente.
La lingua ufficiale è l'inglese. La popolazione segue per due terzi la religione cristiana, per un quarto è induista e vi sono minoranze musulmane.
La capitale è Port of Spain che conta 51.000 abitanti.
Si coltivano canna da zucchero, cacao, caffè, mais, banane, tabacco, ortaggi, frutta e palme da cocco. Il sottosuolo fornisce petrolio e gas naturale che sono la base dell'economia del Paese. Vi sono industrie petrolifere, alimentari, chimiche e tabacchifici.
Caratteristica del Paese è la produzione dell'angostura, un liquore preparato con un'essenza che si ricava dalla corteccia di una pianta.
L'aeroporto della capitale, abilitato a voli internazionali, favorisce lo sviluppo del turismo, attirato dalle spiagge di Tobago e dal carnevale più celebre dei Caraibi. I collegamenti con l'isola di Tobago sonno assicurati da traghetti.
La popolazione è formata per il 41% da Indiani, per il 41% da neri e per il 16% da mulatti. La presenza di un'alta percentuale di Indiani risale al 1834, anno in cui venne abolita la schiavitù e gli Inglesi fecero venire dall'India 150.000 contadini per lavorare nelle piantagioni.
L'assistenza sanitaria è buona, l'istruzione gratuita ed obbligatoria e l'analfabetismo quasi assente.
La lingua ufficiale è l'inglese. La popolazione segue per due terzi la religione cristiana, per un quarto è induista e vi sono minoranze musulmane.
Port of Spain |
Si coltivano canna da zucchero, cacao, caffè, mais, banane, tabacco, ortaggi, frutta e palme da cocco. Il sottosuolo fornisce petrolio e gas naturale che sono la base dell'economia del Paese. Vi sono industrie petrolifere, alimentari, chimiche e tabacchifici.
Caratteristica del Paese è la produzione dell'angostura, un liquore preparato con un'essenza che si ricava dalla corteccia di una pianta.
L'aeroporto della capitale, abilitato a voli internazionali, favorisce lo sviluppo del turismo, attirato dalle spiagge di Tobago e dal carnevale più celebre dei Caraibi. I collegamenti con l'isola di Tobago sonno assicurati da traghetti.
sabato 20 settembre 2014
Mt 20,1-16 Sei invidioso perché io sono buono?
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Tutto sulla Costa Rica
E' l'unico tra i Paesi dell'istmo ad essere retto da un governo democratico. che ha consentito una vita pacifica e un buon livello di benessere.
Conquistato dagli Spagnoli nel 1563, il Paese è rimasto colonia fino al 1821, quando riuscì ad ottenere l'indipendenza, ma non la pace interna.
Seguì infatti un lungo periodo di instabilità politica che si risolse solo nel 1900 quando il Paese passò sotto l'influenza economica degli Stati Uniti.
Dal 1948 è retto da un governo democratico che, oltre a mantenersi neutrale rispetto ai conflitti delle altre nazioni istmiche, ha portato avanti un buon piano di sviluppo economico e sociale.
La popolazione è formata per l'80% da bianchi, il 15% da meticci e il 4% da neri. La lingua ufficiale è lo spagnolo, ma si parla anche l'inglese; quasi tutta la popolazione segue la religione cattolica.
La capitale è San José (297.000 abitanti). La situazione socio-sanitaria è abbastanza buona. I disoccupati sono pochi e l'assistenza sanitaria risulta efficiente.
L'istruzione è completamente gratuita e l'analfabetismo limitato.
Nell'agricoltura è occupato quasi un quarto della popolazione attiva. Si producono caffè, banane (Chiquita), cacao e canna da zucchero, tutti generi destinati all'esportazione. Per il fabbisogno interno invece si coltivano mais, riso, manioca e fagioli.
L'industria è in via di sviluppo, con aziende volte principalmente alla lavorazione delle materie prime, con aziende alimentari e tessili.
Il turismo è in crescita, attirato dalle spiagge con i verdi palmeti e dai parchi nazionali.
Conquistato dagli Spagnoli nel 1563, il Paese è rimasto colonia fino al 1821, quando riuscì ad ottenere l'indipendenza, ma non la pace interna.
Seguì infatti un lungo periodo di instabilità politica che si risolse solo nel 1900 quando il Paese passò sotto l'influenza economica degli Stati Uniti.
Dal 1948 è retto da un governo democratico che, oltre a mantenersi neutrale rispetto ai conflitti delle altre nazioni istmiche, ha portato avanti un buon piano di sviluppo economico e sociale.
La popolazione è formata per l'80% da bianchi, il 15% da meticci e il 4% da neri. La lingua ufficiale è lo spagnolo, ma si parla anche l'inglese; quasi tutta la popolazione segue la religione cattolica.
La capitale è San José (297.000 abitanti). La situazione socio-sanitaria è abbastanza buona. I disoccupati sono pochi e l'assistenza sanitaria risulta efficiente.
San José |
Nell'agricoltura è occupato quasi un quarto della popolazione attiva. Si producono caffè, banane (Chiquita), cacao e canna da zucchero, tutti generi destinati all'esportazione. Per il fabbisogno interno invece si coltivano mais, riso, manioca e fagioli.
L'industria è in via di sviluppo, con aziende volte principalmente alla lavorazione delle materie prime, con aziende alimentari e tessili.
Il turismo è in crescita, attirato dalle spiagge con i verdi palmeti e dai parchi nazionali.
venerdì 19 settembre 2014
Tutto sull'Uzbekistan
Terra deserta a ovest, sulle rive dell'Aral, fertile e abitata ad oriente, sulle pendici dei monti, l'Uzbekistan vide fiorire, tra il XIV e il XV sec., il regno di Tamerlano, il leggendario conquistatore mongolo che diede impulso alle arti ed alle scienze.
Il Paese, un tempo repubblica sovietica, oggi è indipendente.
La popolazione è prevalentemente di religione islamica, la lingua ufficiale p l'uzbeco, ma si parla anche russo. I cambiamenti politici hanno influito sull'economia peggiorando le condizioni di vita.
Oltre alla capitale, Taskent (2.120.000 abitanti), troviamo centri importanti come l'oasi di Samarcanda (370.000 abitanti), Namangan (319.000 abitanti), Andizan (298.000 abitanti) e Buhara (250.000 abitanti).
Si coltivano cotone e cereali e si allevano bovini e ovini. Le industrie sono diversificate e risulta importante l'artigianato, specialmente le manifatture di tappeti, un tempo assai rinomate.
Il Paese, un tempo repubblica sovietica, oggi è indipendente.
La popolazione è prevalentemente di religione islamica, la lingua ufficiale p l'uzbeco, ma si parla anche russo. I cambiamenti politici hanno influito sull'economia peggiorando le condizioni di vita.
Oltre alla capitale, Taskent (2.120.000 abitanti), troviamo centri importanti come l'oasi di Samarcanda (370.000 abitanti), Namangan (319.000 abitanti), Andizan (298.000 abitanti) e Buhara (250.000 abitanti).
Taskent di notte |
domenica 14 settembre 2014
Gv 3,13-17 Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo.
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
sabato 13 settembre 2014
Tutto sulla Colombia
La Colombia è il paese del caffè, degli smeraldi più belli del mondo e anche della droga. Un tempo qui vivevano i Chibcha e i Tairona, ma le civiltà più famose che hanno lasciato splendide opere di oreficeria, sono quelle Quimbaya, di Tierradentro e di San Agustin. Gli Spagnoli, alla ricerca di un immaginario Edoardo, non si fecero scrupolo di sterminare questi popoli. Nel 1819 il Paese conquistò l'indipendenza con la creazione della repubblica della Grande Colombia, che nel 1830 si divise in più Stati. Nel Paese si succedettero governi democratici e dittature, che provocarono una continua guerriglia con attentati, stragi e colpi di stato. Tutto ciò, oltre a determinare una forte crisi economica, ha favorito la crescita della criminalità organizzata e dei trafficanti di droga che trovano la collaborazione della popolazione disposta a tutto per non morire di fame.
Oggi il governo si sta impegnando per migliorare l'economia del Paese.
La popolazione, formata per il 58% da meticci, e poi da bianchi, mulatti neri e Amerindi, segue quasi tutta la religione cattolica. La lingua ufficiale è lo spagnolo.
La Colombia è un Paese poverissimo con una assistenza sanitaria inefficiente e la mortalità infantile è alta. Sebbene l'istruzione è obbligatoria, molti bambini non frequentano la scuola.
I centri principali sono Santa Fe de Bogotà (4.176.000 abitanti), la capitale, Medellin (1.419.000 abitanti) e Cali (1.324.000 abitanti).
Oltre un quarto della popolazione lavora nell'agricoltura. Si producono mais, riso, manioca, ortaggi e frutta.
Santa Fe de Botogà |
Nell'esportazione prevale il caffè, poi banane, cacao e tabacco. Illegalmente si coltivano piante da cui si ricava la droga. Diffuso risulta l'allevamento bovino. Le risorse minerarie sono abbondanti e solo da poco tempo vengono adeguatamente sfruttate: petrolio, oro, ferro, nichel e sopratutto smeraldi.
L'industria, in via di sviluppo, lavora le materie prime, ma vi sono anche aziende tessili, alimentari e chimiche.
La rete stradale è carente, mentre sono efficienti i collegamenti aerei.
mercoledì 10 settembre 2014
Tutto sulla Barbados
Barbados, la più orientale delle Piccole Antille, dopo essere stata colonia britannica, divenne indipendente nel 1966.
Abitata per quasi 90% da neri, con lingua ufficiale inglese, l'isola presenta una situazione economica tra le migliori delle isole caraibiche, anche s la disoccupazione è alta.
La capitale è Bridgetown (8.000 abitanti).
L'economia si basa sulla produzione della canna da zucchero e sul turismo.
sabato 6 settembre 2014
Lc 6,1-5 Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?
Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».
Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
Tutto sull'Ecuador
L'equatore, la linea immaginaria che taglia a metà la nostra Terra, passa proprio per l'Ecuador, lo stato andino che ne ha preso il nome.
Abitata anticamente da Indios, Arawak e Chibcha, questa terra venne poi conquistata dagli Inca. Quando sopraggiunsero gli Europei, divenne colonia spagnola. Nel 1809 i creoli ottennero l'indipendenza dalla madrepatria.
Il Paese ha fatto parte della Grande Colombia ed è diventato autonomo nel 1830, ma l'instabilità politica, tra guerre civili, governi democratici e dittature è continuata fino ad oggi.
La popolazione, formata per il 50% da Indios, per 40% da meticci e poi da neri, mulatti e bianchi, segue quasi totalmente la religione cattolica, con una piccola percentuale di animisti.
La lingua ufficiale è lo spagnolo.
Paese povero, l'Ecuador presenta un elevato tasso di disoccupazione. L'assiste za sanitaria è inadeguata e, sebbene l'istruzione sia obbligatoria, vi è un'alta percentuale di analfabeti.
La maggior parte della popolazione vive sulle Ande, ad alta quota, dove sorge Quito (1.100.000 abitanti), la capitale. La più grande città è Guayaquil (1.600.000 abitanti), principale porto del Paese, nel golfo omonimo.
Oltre un quarto di abitanti è occupati nel settore agricolo, che produce frutta tropicale, cacao e caffè per l'esportazione, mentre per il consumo interno si coltivano mais, riso, manioca, ortaggi, patate e legumi. Le grandi foreste non sono sfruttate, anche se l'Ecuador è il maggior produttore mondiale di balsa, un legno molto ricercato per la sua leggerezza. Il sottosuolo è ricco di petrolio, ma la maggiore risorsa energetica del Paese, quella idroelettrica, non è ancora sfruttata adeguatamente.
L'industria è in fase di espansione, sopratutto nel settore petrolifero, alimentare, tessile, metallurgico e chimico.
Aereporti internazionali si trovano a Guayaquil e nella capitale. Il turismo è in crescita.
Abitata anticamente da Indios, Arawak e Chibcha, questa terra venne poi conquistata dagli Inca. Quando sopraggiunsero gli Europei, divenne colonia spagnola. Nel 1809 i creoli ottennero l'indipendenza dalla madrepatria.
Il Paese ha fatto parte della Grande Colombia ed è diventato autonomo nel 1830, ma l'instabilità politica, tra guerre civili, governi democratici e dittature è continuata fino ad oggi.
La popolazione, formata per il 50% da Indios, per 40% da meticci e poi da neri, mulatti e bianchi, segue quasi totalmente la religione cattolica, con una piccola percentuale di animisti.
La lingua ufficiale è lo spagnolo.
Paese povero, l'Ecuador presenta un elevato tasso di disoccupazione. L'assiste za sanitaria è inadeguata e, sebbene l'istruzione sia obbligatoria, vi è un'alta percentuale di analfabeti.
Quinto |
Oltre un quarto di abitanti è occupati nel settore agricolo, che produce frutta tropicale, cacao e caffè per l'esportazione, mentre per il consumo interno si coltivano mais, riso, manioca, ortaggi, patate e legumi. Le grandi foreste non sono sfruttate, anche se l'Ecuador è il maggior produttore mondiale di balsa, un legno molto ricercato per la sua leggerezza. Il sottosuolo è ricco di petrolio, ma la maggiore risorsa energetica del Paese, quella idroelettrica, non è ancora sfruttata adeguatamente.
Guayaquil |
Aereporti internazionali si trovano a Guayaquil e nella capitale. Il turismo è in crescita.
venerdì 5 settembre 2014
Lc 5,33-39 Quando lo sposo sarà loro tolto, allora in quei giorni digiuneranno.
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e
fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».
fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».
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