venerdì 22 agosto 2014

Tutto sull'Uruguay

L'Uruguay, una volta considerato una nazione ricca tanto da essere definita la "Svizzera del Sudamarica", è oggi in crisi.
Degli Amerindi, che si opposero a lungo agli Europei, non rimane quasi traccia. Colonizzato nel XVII secolo, Portoghesi e Spagnoli si contesero il Paese per molto tempo. Nel 1777 la regione venne annessa alla colonia spagnola dell'Argentina, ma nel 1817 i Portoghesi la conquistarono nuovamente. Nel 1828 l'Uruguay ottenne l'indipendenza, ma subito dopo fu sconvolto dalla guerra civile tra i blancos e i colorados, a fianco dei quali combatte anche Garibaldi. Stipulata la pace, l'Uruguay poté finalmente dedicarsi al risanamento della propria economia. Nel XX secolo si sono alternati periodi di floridità economica a periodi di crisi, ma la situazione è diventata allarmante quando, nel 1976, i militari hanno preso il potere. Infatti nel 1984, al termine di 8 anni di dittatura, il Paese era in rovina. Oggi cerca con fatica di risollevare l'economia.
La popolazione è prevalentemente bianca (90%), discendente dei coloni spagnoli, italiani, greci, giunti in gran numero sopratutto nel XIX secolo.
La lingua ufficiale è lo spagnolo e la maggior parte degli abitanti segue la religione cattolica. Il livello di vita si è abbassato negli ultimi anni in seguito alla crisi economica e sociale: grave il problema dell'inflazione, mentre l'assistenza sanitaria, buona nelle città, rimane carente nelle campagne. L'istruzione è obbligatoria.
La popolazione è concentrata nella fascia costiera centrale. La capitale, Montevideo (1.248.00 abitanti), unica grande metropoli, è una città di aspetto europeo, rinomata per le belle spiagge.
Si coltivano frumento, mais, avena, orzo, segale, lino, girasoli, barbabietola e canna da zucchero, arachidi, cotone, frutta e vite. Di rilievo l'allevamento del bestiame, principale risorsa del Paese: 25,5 milioni di ovini e 9,5 milioni di bovini (complessivamente 10 animali per abitante). Importante anche la pesca.
L'industria risulta sviluppata. sopratutto quella alimentare (prodotti zootecnici), tessile (lavorazione della lana), conciaria, chimica e meccanica.
Montevideo è il principale porto e aeroporto del Paese. In via di sviluppo il turismo.

Tutto sul Cile

Il Cile, il Paese del rame, distende la sua stretta striscia di territorio sulla costa pacifica, schiacciato tra mare e montagne.
Nella zona centrale del Paese un tempo vivevano gli Araucani, popolazione india che, respinti gli Inca, riuscì a contrastare a lunco anche gli invasori spagnoli, fermati sulle sponde del Rio Biobio. Nel 1810 il Cile divenne indipendente e da allora ha visto alternarsi governi democratici e dittatoriali.
La popolazione è costituita per il 91% da meticci, poi Amerindi e creoli che seguono in gran maggioranza la  religione cattolica. La lingua ufficiale è lo spagnolo. Nonostante le leggi che proteggono le classi meno agiate, in Cile vi è un forte squilibrio tra un ristretto gruppo di ricchi che detiene il potere economico, una media borghesia e la maggior parte  della popolazione sempre più povera. L'istruzione è gratuita ed obbligatoria.

giovedì 21 agosto 2014

Mt 22,1-14 Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.

 In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

Tutto sull'Argentina

L'Argentina è il paese delle pampas. Nelle vaste praterie ricche di erba pascolano mandrie di bovini gauchos, i cow-boy argentini. I bovini rappresentano una delle maggiori risorse del Paese e sono molto più numerosi degli abitanti.
sorvegliate ancora oggi dai
Le poche popolazioni di Indios che vivevano su queste terre furono completamente sterminate dagli Spagnoli e solo nelle zone settentrionali interne sopravvivono gruppi indigeni. I colonizzatori europei, fin dal XVI secolo, pensarono di sfruttare enormi  praterie per l'allevamento del bestiame, che in breve si moltiplicò a dismisura.
Se da un punto di vista economico le cose andavano abbastanza bene, altrettanto non si poteva dire della situazione politica perché i creoli, insofferenti della dipendenza dalla Spagna, iniziarono una dura lotta per ottenere l'indipendenza. Nel 1816 il Paese si dichiarò autonomo e assunse il nome di Argentina, traduzione latina del termine spagnolo con cui veniva prima chiamato: Plata, cioè "argento". Seguì un lungo periodo di dittature e guerre civili, dovute ai forti contrasti tra i fautori di uno Stato unitario e quello di uno Stato
federale.
Infine il Paese divenne una Repubblica federale. Nel 1946 salì al giverno il colonnello Peron che favorì lo sviluppo dell'industrializzazione e migliorò il livello di vita degli operai.
Seguirono nuove e durisse dittature, che schiacciarono nel sangue ogni tentativo di ripristino della democrazia uccidendo e facendo scomparire i propri avversari. Nel maggio del 1978 le madri degli scomparsi manifestarono portando davanti all'opinione pubbliva del mondo il drammatico problema dei desaparecidos.
Nel 1982, in seguito alla sconfitta subita nel conflitto con la Gran Bretagna per il possesso delle Falkland, il governo cadde e l'Argentina poté darsi un governo democratico con libere elezioni.
Numerosi militari vennero condannati per gli abusi e la violazione dei diritti dell'uomo, ma molti furono anche quelli amistiati.
La popolazione argentina è in maggioranza bianca, limitati i meticci e gli Indios, rimasti in poche decine di migliaia nella regione del Chaco. La Lingua ufficiale è lo spagnolo. Gli abitanti seguono la religione cattolica. Il livello di vita e l'assistenza sanitaria sono peggiorati durante la dittatura e variano notevolmente da luogo a luogo. L'istruzione è obbligatoria e gratuita. La disoccupazione risulta elevata. Inoltre da parecchio tempo l'economia subisce gli effetti dell'inflazione: il valore della moneta argentina diminuisce di giorno in giorno e i prezzi aumentano continuamente.
L'urbanizzazione è elevata, poiché nel periodo dellp sviluppo industriale in Argentina si è avuto un forte esodo dalle campagne verso la periferia delle città. La capitale, Buenos Aires (11.256.000 abitanti), che sorge sul Rìo de la Plata, è una grande metropoli intasata dal traffico che raccoglie quasi un terzo della popolazione nazionale: strette viuzze e vecchi caseggiati nel centro storico contrastano con le immense  avenidas, larghe 140 m e fiancheggiate dai grattacieli delle zone residenziali. Città di rilievo sono Cordoba (1.197.000 abitanti), importante centro industriale, e Rosario (1.095.000 abitanti), attivo porto.
L'Agricoltura risulta particolarmente importante nell'economia del Paese, che esporta sopratutto prodotti agricoli: carni, cuoio, lana, cereali e semi oleosi. Si coltivano anche canna da zucchero, verdura, frutta e vite. L'Argentina è la quinta produttrice mondiale di vino, ma diffusa è anche la coltivazione del mate, una pianta sempreverde utilizzata per preparare la bevanda nazionale, simile al tè. Le foreste, ricche di alberi di cedro, jacaranda, quebracho, vengono sfruttate indiscriminatamente. Notevole il patrimonio zootecnico. Con 50 milioni di bovini e 23 milioni di ovini, l'Argentina è tra i maggiori produttori mondiali di carne, latte e lana. Poco sviluppata la pesca.
Le risorse minerarie sono abbondanti: metalli. petrolio, uranio, ma sono situate in località difficilmente raggiungibili e il loro  sfruttamento è limitato. I settori industriali più importanti sono quelli che lavorano i prodotti agricoli e zootecnici: sopratutto della conservazione della carne in scatola e della produzione di estratti, poi caseifici, oleifici, industrie tessili, manifatture di tabacco. Ma oggi sono in crescita anche i settori mecanico, metallurgico e chimico.
La rete stradale è pittosto carente. Più sviluppate la rete ferroviaria, la navigazione fluviale sul Rio de la Plata e sul Parana e le linee aeree.
Il turismo è in aumento e si sta diffondendo anche nelle regioni meridionali, diretto alla Terra del Fuoco e al Parco Nazionale dei Ghiacciai sulle Ande.

CURIOSITA':


  • I gauchos, i cacciatori nomadi che vivevano nella pampa domando cavalli e bufali selvaggi. Li ritroviamo nelle estancias (fattorie) a governare le mandrie. Nei negozi di Buenos Aires però si possono trovare fibbie e ornamenti in argento che decoravano i loro costumi. Si racconta che per il  gaucho tre erano le cose sacre: il suo cavallo, il suo coltello e la sua donna. Oltre che col coltello i  gauchos erano abili con le balas, cinghie di cuoio cui erano legate alcune pietre che venivano lanciate contro le zampe degli animali per bloccarli e poterli catturare.
  • il tango, famoso ballo diffuso in tutto il mondo all'inizio del Novecento, è nato proprio qui, nel quartiere popolare La Boca di Buenos Aires. E ancora oggi nella capitale argentina si trovano locali dove si suona e si balla solo tango.
  • Tutta la regione è profondamente cattolica e numerose sono le feste religiose e le processioni che animano i vari momenti dell'anno le antiche missioni. Interessanti sono i ruderi delle missioni costruiti nel Paraguay dai Gesuiti con l'aiuto dei Guarani e andate in rovina dopo la cacciata dei religiosi dal Paese. In parte restaurati, questi antichi edifici uniscono elementi dell'arte barocca con la cultura indiana.

lunedì 18 agosto 2014

Mt 19,16-22 Se vuoi essere perfetto, vendi quello che possiedi e avrai un tesoro nel cielo.

In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?».
Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!».
Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.

sabato 16 agosto 2014

Mt 15,21-28 Donna, grande è la tua fede!

In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che
veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

venerdì 15 agosto 2014

Lc 1,39-56 Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. 
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse: 
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.