Camerati, cari camerati milanesi!
Rinuncio ad ogni preambolo ed entro subito nel vivo della materia del mio discorso.
A sedici mesi di distanza dalla tremenda data della resa a discrezione imposta ed accettata secondo la democratica e criminale formula di Casablanca, la valutazione degli avvenimenti ci pone, ancora una volta, queste domande: Chi ha tradito? Chi ha subito e subisce le conseguenze del tradimento? Non si tratta, intendiamoci bene, di un giudizio in sede di revisione storica, e, meno che mai, in qualsiasi guisa, giustificativa.
È stato tentato da qualche foglio neutrale, ma noi lo respingiamo nella maniera più categorica e per la sostanza e in secondo luogo per la stessa fonte dalla quale proviene. Dunque chi ha tradito? La resa a discrezione annunciata l'8 settembre è stata voluta dalla monarchia, dai circoli di corte, dalle correnti plutocratiche della borghesia italiana, da talune forze clericali, congiunte per l'occasione a quelle massoniche, dagli Stati Maggiori, che non credevano più alla vittoria e facevano capo a Badoglio. Sino dal maggio, e precisamente il 15 maggio, l'ex-re nota in un suo diario, venuto recentemente in nostro possesso, che bisogna ormai «sganciarsi» dall'alleanza con la Germania. Ordinatore della resa, senza l'ombra di un dubbio, l'ex-re; esecutore Badoglio. Ma per arrivare all'8 settembre, bisognava effettuare il 25 luglio, cioè realizzare il colpo di Stato e il trapasso di regime.
domenica 28 giugno 2015
Angelus 28 Giugno 2015 Guarigione e resurrezione, “hanno un unico centro: la fede”
“La fede è una forza di vita”, “che libera e salva” in ogni situazione, lo ha ricordato stamane Francesco all’Angelus, davanti a migliaia di pellegrini e turisti, raccolti in piazza San Pietro.
Due episodi del Vangelo domenicale hanno offerto lo spunto al Papa per la sua catechesi: la risurrezione di una bambina gravemente ammalata, salvata dalla grande fede del padre, che aveva supplicato Gesù.
“Qui si vede il potere assoluto di Gesù sulla morte, che per Lui è come un sonno dal quale ci può risvegliare. Gesù ha vinto la morte, anche ha potere sulla morte fisica".
Il secondo è la guarigione di una donna, sofferente di perdite di sangue, che ritenuta “impura”, costretta ad evitare ogni contatto umano, “condannata ad una morte civile”, trova il coraggio di toccare le vesti di Gesù, convinta di essere salvata, e così avviene.
“Chi crede “tocca” Gesù e attinge da Lui la Grazia che salva”.
Guarigione e resurrezione, “hanno un unico centro: la fede”
“Il messaggio è chiaro, e si può riassumere in una domanda: crediamo che Gesù ci può guarire e ci può risvegliare dalla morte? Tutto il Vangelo è scritto nella luce di questa fede: Gesù è risorto, ha vinto la morte, e per questa sua vittoria anche noi risorgeremo”.
“La Risurrezione di Cristo agisce nella storia come principio di rinnovamento e di speranza”.
“Chiunque è disperato e stanco fino alla morte, se si affida a Gesù e al suo amore può ricominciare a vivere. Anche incominciare una nuova vita, cambiare vita è un modo di risorgere, di risuscitare. La fede è una forza di vita, dà pienezza alla nostra umanità; e chi crede in Cristo si deve riconoscere perché promuove la vita in ogni situazione, per far sperimentare a tutti, specialmente ai più deboli, l’amore di Dio che libera e salva”.
L'’invocazione:
“Chiediamo al Signore, per intercessione della Vergine Maria, il dono di una fede forte e coraggiosa, che ci spinga ad essere diffusori di speranza e di vita tra i nostri fratelli”.
mercoledì 24 giugno 2015
Catechesi 24 Giugno 2015 - Quando gli adulti perdono la testa...l'anima dei bambini soffre molto -
Oggi Papa Francesco nel corso dell'udienza generale in piazza San Pietro ha tenuto una vera e propria lezione di vita sulla famiglia.
«Lo svuotamento dell'amore coniugale diffonde risentimento nelle relazioni. E spesso la disgregazione "frana" addosso ai figli. I bambini non diventino ostaggi del papà o della mamma».
«Nonostante la nostra sensibilità apparentemente evoluta, e tutte le nostre raffinate analisi psicologiche, mi domando se non ci siamo anestetizzati anche rispetto alle ferite dell'anima dei bambini. Quanto più si cerca di compensare con regali e merendine, tanto più si perde il senso delle ferite - più dolorose e profonde - dell'anima. Parliamo molto di disturbi comportamentali, di salute psichica, di benessere del bambino, di ansia dei genitori e dei figli...
Ma sappiamo ancora che cos'è una ferita dell'anima? Sentiamo il peso della montagna che schiaccia l'anima di un bambino, nelle famiglie in cui ci si tratta male e ci si fa del male, fino a spezzare il legame della fedeltà coniugale? Quale peso ha nelle nostre scelte - scelte sbagliate, per esempio - quanto peso ha l'anima dei bambini? Quando gli adulti perdono la testa, quando ognuno pensa solo a sé stesso, quando papà e mamma si fanno del male, l'anima dei bambini soffre molto, prova un senso di disperazione. E sono ferite che lasciano il segno per tutta la vita. Nella famiglia, tutto è legato assieme: quando la sua anima è ferita in qualche punto, l'infezione contagia tutti. E quando un uomo e una donna, che si sono impegnati ad essere "una sola carne" e a formare una famiglia, pensano ossessivamente alle proprie esigenze di libertà e di gratificazione, questa distorsione intacca profondamente il cuore e la vita dei figli. Tante volte i bambini si nascondono per piangere da soli ....
Dobbiamo capire bene questo. Marito e moglie sono una sola carne. Ma le loro creature sono carne della loro carne. Se pensiamo alla durezza con cui Gesù ammonisce gli adulti a non scandalizzare i piccoli, possiamo comprendere meglio anche la sua parola sulla grave responsabilità di custodire il legame coniugale che dà inizio alla famiglia umana (Matteo 19,6-9). Quando l'uomo e la donna sono diventati una sola carne, tutte le ferite e tutti gli abbandoni del papà e della mamma incidono nella carne viva dei figli».
«Non mancano, grazie a Dio, coloro che, sostenuti dalla fede e dall'amore per i figli, testimoniano la loro fedeltà ad un legame nel quale hanno creduto, per quanto appaia impossibile farlo rivivere. Non tutti i separati, però, sentono questa vocazione. Non tutti riconoscono, nella solitudine, un appello del Signore rivolto a loro. Attorno a noi troviamo diverse famiglie in situazioni cosiddette irregolari - a me non piace questa parola - e ci poniamo molti interrogativi. Come aiutarle? Come accompagnarle? Come accompagnarle perché i bambini non diventino ostaggi del papà o della mamma?».
«Lo svuotamento dell'amore coniugale diffonde risentimento nelle relazioni. E spesso la disgregazione "frana" addosso ai figli. I bambini non diventino ostaggi del papà o della mamma».
«Nonostante la nostra sensibilità apparentemente evoluta, e tutte le nostre raffinate analisi psicologiche, mi domando se non ci siamo anestetizzati anche rispetto alle ferite dell'anima dei bambini. Quanto più si cerca di compensare con regali e merendine, tanto più si perde il senso delle ferite - più dolorose e profonde - dell'anima. Parliamo molto di disturbi comportamentali, di salute psichica, di benessere del bambino, di ansia dei genitori e dei figli...
Ma sappiamo ancora che cos'è una ferita dell'anima? Sentiamo il peso della montagna che schiaccia l'anima di un bambino, nelle famiglie in cui ci si tratta male e ci si fa del male, fino a spezzare il legame della fedeltà coniugale? Quale peso ha nelle nostre scelte - scelte sbagliate, per esempio - quanto peso ha l'anima dei bambini? Quando gli adulti perdono la testa, quando ognuno pensa solo a sé stesso, quando papà e mamma si fanno del male, l'anima dei bambini soffre molto, prova un senso di disperazione. E sono ferite che lasciano il segno per tutta la vita. Nella famiglia, tutto è legato assieme: quando la sua anima è ferita in qualche punto, l'infezione contagia tutti. E quando un uomo e una donna, che si sono impegnati ad essere "una sola carne" e a formare una famiglia, pensano ossessivamente alle proprie esigenze di libertà e di gratificazione, questa distorsione intacca profondamente il cuore e la vita dei figli. Tante volte i bambini si nascondono per piangere da soli ....
Dobbiamo capire bene questo. Marito e moglie sono una sola carne. Ma le loro creature sono carne della loro carne. Se pensiamo alla durezza con cui Gesù ammonisce gli adulti a non scandalizzare i piccoli, possiamo comprendere meglio anche la sua parola sulla grave responsabilità di custodire il legame coniugale che dà inizio alla famiglia umana (Matteo 19,6-9). Quando l'uomo e la donna sono diventati una sola carne, tutte le ferite e tutti gli abbandoni del papà e della mamma incidono nella carne viva dei figli».
«Non mancano, grazie a Dio, coloro che, sostenuti dalla fede e dall'amore per i figli, testimoniano la loro fedeltà ad un legame nel quale hanno creduto, per quanto appaia impossibile farlo rivivere. Non tutti i separati, però, sentono questa vocazione. Non tutti riconoscono, nella solitudine, un appello del Signore rivolto a loro. Attorno a noi troviamo diverse famiglie in situazioni cosiddette irregolari - a me non piace questa parola - e ci poniamo molti interrogativi. Come aiutarle? Come accompagnarle? Come accompagnarle perché i bambini non diventino ostaggi del papà o della mamma?».
domenica 14 giugno 2015
La storia di Antonella Russo
Antonella Russo |
Nacque a Solofra (Avellino) il 12 giugno 1984, seconda figlia di Francesco e Lucia De Stefano. All'età di 14 anni perse il padre, a cui era molto legata, per un infarto e si attaccò ancor di più alla figura materna. Questo le diede la forza per affrontare al meglio soprattutto gli studi. Si diploma con ottimi voti in un istituto ad indirizzo turistico e si iscrive all'Università degli Studi di Salerno presso la facoltà di Lingue e Letterature straniere indirizzo turismo culturale, ottenendo di pari passo ottimi voti durante le varie sessioni d'esame. La sua tesi preparatoria fu incentrata sul turismo culturale in Francia. Inoltre in tale periodo ha anche piccole esperienze di lavoro.
Mc 4,26-34 È il più piccolo di tutti i semi, ma diventa più grande di tutte le piante dell’orto.
In quel tempo, Gesù diceva: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
sabato 6 giugno 2015
Mc 14,12-16.22-26 Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue.
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Il dopoguerra in Europa (4di13)
Lloyd Geroge Premier Inglese |
Alla fine della guerra, la lunga egemonia economica e politica dell'Inghilterra sul resto del mondo dovette cedere il passo alla giovane potenza degli Stati Uniti.
L'Inghilterra, inoltre, subì un altro duro colpo, perché le nuove fonti energetiche (petroli ed elettricità) avevano ormai sostituito il carbone, di cui l'isola britannica era grande esportatrice. Ciò provocò una forte disoccupazione ed agitazioni operaie.
Accanto a queste difficoltà economiche, il governo britannico dovette affrontare altri due problemi non meno scottanti: la questione irlandese e le agizioni nelle coloni.
Nel 1921, in seguito alla violenta ripresa delle agitazioni in Irlanda, il primo ministro Lloyd Geroge, per evitare la guerra civile, decise di raggiungere un accordo con il movimento indipendista. Sulla base di tale accordo la vicina isola, a mggioranza cattolica, ottenne una sostaziale indipendenza dalla corona inglese, confermata poi nel 1937 con la nascita della Repubblica d'Irlanda (Eire), con l'eccezionde per la parte settentrionale, l'Ulster, a prevalenza protestante che rimase unita alla Gran Bretagna.
Gandhi |
Nello stesso periodo un'ondata di agitazioni antinglesi investì anche l'India, dove il Mahatma (Grande anima) Gandhi incominciò una lotta non violenta per ottenere la completa indipendenza del suo Paese, che fu raggiunta solo nel 1948.
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Il dopoguerra in Europa (3di13)
La svalutazione della moneta |
Questa situazione generò nei mercati di tutta Europa scarsità di merci, un aumento incredibile dei prezzi e una continua diminuzione del valore della moneta (inflazione). La carta moneta circolava in qunatità sempre maggiore, in modo incontrollato, ma con un potere d'acquisto scarsissimo a causa del continuo aumento dei prezzi.
All'inflazione si aggiunse la disoccupazione che interessò in modo particolare milioni di reduci che, tornati dalla guerra alla vita civile dopo anni trascorsi in trincea, non riuscirono a trovare lavoro nei settori produttivi colpiti dalla crisi economica.
Questi due mali, inflazione e disoccupazione, dilagarono in tutto il continente europeo, senza che i governi riuscissero a trovare soluzioni in grado di sanarli.
venerdì 5 giugno 2015
Il dopoguerra in Europa (2di13)
Contadini |
Terminata la guerra, molte industrie, che durante il conflitto avevano lavorato a pieno ritmo per la produzione di materiale bellico, si trovarono improvvisamente senza commesse e con il difficile problema di rinconvertire gli impianti per riprendere la normale produzione dei beni per la popolazione civile.
Solo poche industrie riuscirono ad evitare la chiusura ed il fallimento e per alcuni anni, in gran parte degli Stati europei, non fu possibile ritornare ai livelli produttivi del periodo precedente il 1914. Anche l'agricoltura era in un profondo stato di crisi ed in alcune zone dell'Europa centrale la produzione agricola fu ripresa dopo anni di abbandono. A tutte queste difficoltà si aggiunse il peso dei debiti che gli Stati europei impegnati nella guerra avevano contratto con gli Stati Uniti. Alla fine della guerra, l'Europa aveva nei confronti degli Stati Uniti deviti per ben 10 milioni di dollarai ed inoltre aveva continuamente bisogno di approvvigionamenti alimentari (cereali) ed energetici (petrolio), che gli Stati Uniti potevano offrire.
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Il dopoguerra in Europa (1di13)
L'EUROPA DEL DOPO GUERRA CONOSCE GRANDI MUTAMENTI ECONOMICI E SOCIALI
La grande guerra del 1914-18 non aveva causato solo milioni di morti e distruzioni. Alla fine della guerra, dopo che a Varsailles furono firmati i trattati di pace, la situazione europea e mondiale non poteva tornare come prima. Troppe cose erano mutate, per i caratteri stessi della guerra, che aveva coinvolto enormi eserciti e intere popolazioni civili: importanti trasformazioni si erano verificate nella mentalità, nella vita economica e sociale, nella vita politica, nei rapporti fra gli Stati. La Vecchia Europa era uscita dalla guerra profondamente divisa e con le economie divorate dall'inflazione; inoltre, le nuove potenze extraeuropee (Stati Uniti e Giappone) erano entrate protagoniste sulla scena politica mondiale.
Cominciò allora il periodo lungo e tormentato del dopoguerra, caratterizzato in tutta Europa da avvenimenti importantissimi:
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La grande guerra del 1914-18 non aveva causato solo milioni di morti e distruzioni. Alla fine della guerra, dopo che a Varsailles furono firmati i trattati di pace, la situazione europea e mondiale non poteva tornare come prima. Troppe cose erano mutate, per i caratteri stessi della guerra, che aveva coinvolto enormi eserciti e intere popolazioni civili: importanti trasformazioni si erano verificate nella mentalità, nella vita economica e sociale, nella vita politica, nei rapporti fra gli Stati. La Vecchia Europa era uscita dalla guerra profondamente divisa e con le economie divorate dall'inflazione; inoltre, le nuove potenze extraeuropee (Stati Uniti e Giappone) erano entrate protagoniste sulla scena politica mondiale.
Cominciò allora il periodo lungo e tormentato del dopoguerra, caratterizzato in tutta Europa da avvenimenti importantissimi:
- le grandi crisi economiche a sfondo mondiale
- la crisi delle istituzioni e dei regimi liberali
- l'irrompere dei grandi partiti di massa sulla scena politica
- le ripercussioni della rivoluzione russa all'interno dei pariti e dei movimenti socialisti e nella politica degli Stati europei
- la nascita dei regimi totalitari (fascismo, nazismo e comunisco)
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