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Transatlantico Andrea Doria, foto Istituto Luce |
Momenti di cronaca:
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Scenda, comandante. A bordo non c'è più nessuno... Scenda o risaliamo noi e restiamo con lei".
Oceano Atlantico,
mattina del 26 luglio 1956, al largo del faro di
Nantucket, affondamento dell'
Andrea Doria, dialogo tra il "secondo"
Osvaldo Magagnini e il comandante del transatlantico italiano,
Piero Calamai.
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Comandante Pietro Calamai |
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E' la fiaba triste della nave più bella del mondo (
lunga 212 metri, larga 27, alta undici ponti, per una stazza di 29.100 tonnellate) che si avvicina al porto di
New York in una calda e nebbiosa serata di fine luglio, al termine di una settimana di traversata partita da
Genova. A bordo le feste sono ormai finite, abiti da sera e gioielli sono già tornati nelle valigie riempite e pronte allo sbarco in programma l'indomani mattina. Sull'ammiraglia della flotta passeggeri italiana ci sono
1.134 passeggeri e 572 uomini d'equipaggio agli ordini del comandante
Piero Calamai, un genovese taciturno, capitano di grande esperienza destinato, secondo i piani della compagnia pubblica
Società Italia di Navigazione a finire da lì a non molto la sua carriera sulla plancia della
Cristoforo Colombo, gemella dell'
Andrea Doria.